La Vela al Terzo è una delle testimonianze più affascinanti della tradizione marinara dell’Adriatico settentrionale. Utilizzata principalmente su imbarcazioni da pesca e da trasporto, come bragozzi, trabaccoli, lance e battane, questa vela ha rappresentato per secoli un elemento distintivo delle comunità costiere italiane e croate.
Perché si chiama Vela al Terzo?
Il nome Vela al Terzo deriva dalla particolare configurazione del pennone superiore (detto anche “pico” o “antenna”) che sostiene la vela. Questo pennone è fissato all’albero a circa un terzo della sua lunghezza, sporgendo verso prua per un terzo e verso poppa per i restanti due terzi. Questa disposizione conferisce alla vela una forma trapezoidale e ne caratterizza il nome.

Le sue origini e la conseguente diffusione
Le origini della Vela al Terzo risalgono probabilmente al XVII secolo, come evoluzione della vela latina. Si ipotizza che questa trasformazione sia avvenuta nell’area dell’alto Adriatico, in particolare tra Chioggia e Monfalcone, dove le imbarcazioni a vela latina entrarono in contatto con quelle fluviali della Pianura Padana, che utilizzavano vele quadre. Il risultato fu una vela più maneggevole e adatta alle esigenze locali.
Quali sono le caratteristiche della Vela al Terzo?
La Vela al Terzo presenta diverse caratteristiche che la rendono unica:
- Forma trapezoidale: grazie alla disposizione del pennone superiore
- Centro velico basso: che garantisce una maggiore stabilità e riduce il rischio di scuffia
- Facilità di manovra: l’albero è generalmente basso e facilmente abbattibile, permettendo di passare sotto ponti o di trasportare l’imbarcazione su carrelli
- Riduzione della vela: è possibile ridurre la superficie velica utilizzando i “terzaroli”, facilitando la navigazione in condizioni di vento forte.
La Vela al Terzo è patrimonio culturale immateriale
Oltre alle sue qualità nautiche, la Vela al Terzo rappresenta un importante patrimonio culturale. Le vele erano spesso tinte con colori vivaci ottenuti da terre naturali e decorate con simboli distintivi delle famiglie dei pescatori, creando una sorta di “araldica popolare“. Questa pratica non solo preservava il tessuto, ma permetteva anche di identificare le imbarcazioni a distanza.
Negli ultimi decenni, diverse associazioni e comunità locali hanno lavorato per preservare e tramandare questa tradizione, riconosciuta come patrimonio culturale immateriale.


La Vela al Terzo oggi
La Vela al Terzo è molto più di una semplice configurazione velica; è un simbolo di ingegno, adattabilità e identità culturale. La sua storia racconta di comunità che hanno saputo adattarsi alle esigenze del mare e dei fiumi, creando una tradizione che ancora oggi affascina e ispira.