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Festa di San Domenico e il Rito dei Serpari di Cocullo: un viaggio fotografico tra fede e tradizione

Ci sono esperienze che si possono raccontare solo se vissute.

La Festa di San Domenico e il Rito dei Serpari di Cocullo รจ una di queste. Un intreccio di fede, mistero e antiche tradizioni che prende vita ogni anno nel piccolo borgo abruzzese, quando la statua di San Domenico viene portata in processione tra vicoli affollati e sguardi carichi di devozione. Ad avvolgerla, i veri protagonisti di questa celebrazione: i serpenti, raccolti nei giorni precedenti dai Serpari, uomini che da generazioni custodiscono i segreti di questa pratica unica al mondo.

Un rito millenario tra santi e serpenti

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Ogni primo maggio, a Cocullo, si ripete una cerimonia antichissima, immutata da generazioni. Durante la messa celebrata nella chiesa del paese, si compiono rituali dal sapore arcaico, che affondano le radici in tradizioni pagane ma che nel tempo si sono intrecciate con il culto cristiano di San Domenico, uno dei santi piรน venerati del Centro Italia. La sua figura, legata a molti luoghi di queste terre, incarna la protezione contro i pericoli della natura e dellโ€™anima.

Prima dell’inizio della processione, i serpari, custodi di una conoscenza tramandata da secoli, mostrano alla folla i serpenti raccolti nelle settimane precedenti. Li fanno toccare ai pellegrini, in un gesto che rompe paure profonde: quella della natura selvaggia, del soprannaturale, dellโ€™incontrollabile.

Quando la statua del santo, sorretta da quattro portatori, esce dalla chiesa, viene avvolta dai serpenti e accarezzata dai fedeli. Si consuma cosรฌ un rito collettivo, potente e catartico. San Domenico non รจ solo il protettore contro i morsi dei serpenti e il mal di denti: รจ il mediatore tra il mistero della vita e le fragilitร  umane.

Toccare i serpenti, lasciarsene attraversare la pelle, รจ un gesto simbolico: รจ affrontare ciรฒ che spaventa, superare lโ€™incertezza e trovare un modo per esorcizzare il dolore e lโ€™imprevedibilitร  dellโ€™esistenza.

La cerimonia si completa con piccoli gesti carichi di significato: i fedeli tirano con i denti una corda legata a una campanella, chiedendo protezione contro il mal di denti, e raccolgono la terra benedetta conservata nella chiesa per spargerla nei campi, come augurio di salute e prosperitร .

Grazie alla nostra esperienza fotografica, avrai accesso privilegiato a questi momenti intimi, per raccontare con la tua macchina fotografica una storia che va oltre l’iconografia tradizionale della festa.

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Tra le radici del rito: il silenzioso lavoro dei Serpari

La preparazione della Festa dei Serpari comincia settimane prima della celebrazione, quando la neve inizia a ritirarsi dai boschi attorno a Cocullo. รˆ allora che i serpari, abitanti del paese custodi di un sapere antico, si addentrano tra gli alberi, alla ricerca di serpenti appartenenti a poche, selezionate specie non velenose.

รˆ unโ€™attivitร  che richiede pazienza, attenzione e profondo rispetto per gli animali. I serpenti vengono raccolti con cura e trasportati in apposite cassette di legno (un tempo si usavano recipienti in terracotta), dove vengono custoditi fino al giorno della festa.

Durante il periodo di permanenza, i serpenti vengono nutriti per mantenerli in salute. Le specie piรน comuni sono la biscia dal collare, il cervone, il saettone e il biacco: creature innocue e ovviamente non velenose.

Alla fine della cerimonia, tutti i serpenti vengono restituiti al loro habitat naturale. Nessuno viene trattenuto: si tratta di un rituale che si compie nel rispetto del ciclo della natura e che racconta un legame profondo e simbolico tra uomo e animale.

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La tua fotografia, il tuo racconto

Fotografare il Rito dei Serpari รจ unโ€™esperienza che va al di lร  della tecnica. Si tratta di immergersi in una tradizione secolare che mescola il sacro e il profano, di cogliere lโ€™intensitร  di un rito che racconta storie di fede, devozione e memoria.ย 

Ogni immagine restituirร  lโ€™atmosfera che permea lโ€™intero evento, la storia che vive negli occhi dei partecipanti e la profonditร  di un legame ancestrale con la terra. Carlo, fotografo professionista e docente, sarร  al tuo fianco in ogni fase del percorso, guidandoti a esplorare con attenzione, mettendo il tuo occhio al punto giusto nel momento giusto.ย 

Con la sua esperienza, ti aiuterร  a sviluppare un reportage che saprร  raccontare il vero significato di un rito che ha radici profonde e un valore senza tempo.

Dal 29 aprile all’1 maggio 2025, ti aspettiamo a Cocullo per vivere insieme questo straordinario viaggio fotografico.

La Festa di San Domenico e il Rito dei Serpari

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